Nel bel mezzo della Maremma Toscana esiste un lembo di terra che da Castiglione della Pescaia porta a Marina di Grosseto delimitata da un lato dal fiume Bruna e dall’altro dalla vasta Pineta costiera. Questa zona, ultimo lembo dell’antica zona palustre di Castiglione della Pescaia, si chiama “Diaccia Botrona” (dalle due zone, la Diaccia e la Botrona che la compongono) ed è stata dichiarata, ad inizio anni ’70, zona umida di importanza internazionale. Al suo interno convivono, in un microclima che possiamo tranquillamente chiamare “unico”, specie disparate di animali e di piante con biotipi particolari ed attualmente ancora fonte continua di studio e monitoraggio da parte degli enti preposti.
La riserva naturale della Diaccia Botrona è ciò che rimane dell’antico lago Prile, quasi completamente bonificato nei secoli con i primi interventi realizzati dai Lorena nel settecento e successivamente, con iniziative atte a contrastare la malaria, praticamente prosciugato.
L’area palustre attuale è quindi la risultante del mutamento naturale delle cose unita ad un sostanziale intervento dell’uomo sul territorio ed il suo equilibrio è quindi molto delicato e doveroso di attenzioni.
Avventurarsi all’interno della riserva vuol dire entrare in un mondo sospeso, abitato da moltissime specie di uccelli che, attraverso lo svernamento prima e la sosta e nidificazione poi, convivono in perfetto equilibrio tra di loro. Anatre, Fenicotteri e Oche selvatiche sono inquilini abituali, ma anche Aironi, Gru e Falchi possono incrociarsi con il nostro cammino.
I canali sono frequentati da Anguille e Sogliole mentre sulla riva piccoli mammiferi e roditori di ogni tipo rallegrano la zona con continui movimenti e spostamenti da un argine all’altro.
La parte più emozionante di una auspicabile visita dovrà concentrarsi sull’incredibile vegetazione dove, aiutate da un clima sub-umido molto particolare, convivono specie di ogni tipo abbracciate ed unite dalle “Cannuccie di Palude”, immancabili e caratteristiche presenze all’interno della Diaccia Botrona.
Negli oltre 1000 ettari della Riserva si trovano luoghi unici e particolari come l’Isola Clodia, in origine un vero e proprio isolotto sul lago Prile, sede di un’antica Villa Romana e successivamente dell’Abbazia di San Pancrazio al Fango della quale sono ancora visionabili antichi resti.
All’estremità occidentale della Diaccia Botrona, a pochi metri dalle ultime case di Castiglione della Pescaia spicca la “Casa Ximenes” (dal nome del matematico e scienziato Leonardo Ximenes). Fatta costruire in epoca settecentesca e conosciuta anche come “Casa Rossa” doveva servire, in origine, come centro operativo per la bonifica palustre e regolatore idraulico ed oggi, perfettamente conservata, è sede di un sistema multimediale di osservazione della flora e della fauna del territorio.
La “Casa Ximenes” è anche sede del centro visite della Diaccia Botrona (dal quale partire per escursioni all’interno della riserva) e del Museo multimediale dedicato a questo luogo particolare della Maremma Toscana.
Un piccolo angolo emozionale, quello della Diaccia Botrona, che ci auspichiamo, per la sua particolare bellezza e fascino, diventi un itinerario obbligato per chi visita e visiterà il nostro territorio.
A.M.
Photo credits: Marco Brandi